Tonino Zugarelli: campione fuori e dentro il campo

la storia esemplare di un grande tennista italiano, finito sui campi quasi per caso e arrivato alle più alte vette di questo sport

di Alessandro Pace, 5L (rivisto e corretto dalla prof.ssa Ferrari)

Tonino Zugarelli, un nome che risuona con affetto e ammirazione tra i campi da tennis e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Non è solo un campione che si è distinto nei palcoscenici più importanti del tennis mondiale, ma anche un maestro che, con umiltà e passione, ha scelto di trasmettere la sua esperienza alle nuove generazioni. Per gli allievi, “Zuga” non è solo un allenatore: è un mentore che insegna con pazienza e forza, che sprona a migliorare non solo il nostro gioco, ma anche il nostro carattere. Questo articolo vuole essere un tributo a un uomo che, con un sorriso e una racchetta, ha lasciato un segno indelebile nelle nostre vite.

 

Tonino ci insegna che il tennis è molto più di un gioco: è disciplina, rispetto e capacità di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Le sue storie di vita, raccontate con passione e un pizzico di ironia, ci ispirano a dare il meglio di noi, dentro e fuori dal campo.

 

Nato a Roma nel 1950, Zugarelli non ha mai avuto un cammino facile: cresciuto in una famiglia povera, ha affrontato numerosi ostacoli prima di emergere come uno dei più apprezzati tennisti italiani degli anni ’70. La sua carriera è un esempio emblematico di come, con determinazione e amore per lo sport, si possano raggiungere traguardi straordinari anche quando si parte da condizioni di svantaggio.

 

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Il primo contatto di Zugarelli con il mondo del tennis non avviene attraverso lezioni o racchette costose, ma come raccattapalle in uno dei club della capitale: ‘’negli anni 50’-60’ il tennis era uno sport per dilettanti ed era praticato solamente da persone benestanti. Il raccattapalle era la figura del servo che andava a raccattare le palline e le portava al signore di turno’’. Da ragazzo, osservava i giocatori muoversi sui campi in terra rossa, nella speranza di "racimolare qualche mancia alla fine’’. Oggi il tennis è cambiato molto, e ‘’fa quasi paura capire quanti soldi ci sono; il che non lo rende più un tennis che mi piace.’’

 

Con il passare degli anni, restando sempre nell’ambito del tennis, Tonino iniziò a ‘‘riempire i buchi’’ quando nei campi prenotati uno dei giocatori non si presentava. ‘’Stando sempre con la racchetta e le palline in mano’’ iniziò ad imparare a giocare a tennis. A 17 anni Tonino per ‘’puro caso’’ partecipò ad un torneo, che si rivelò singolo, invece che un doppio, grazie ad un signore che si allenava con lui: ‘’forse aveva visto qualche qualità, ma fino a quel momento il tennis per me era solo un mezzo per guadagnare qualche soldo’’. Zugarelli si dimostra subito un giocatore determinato, dotato di una potenza e un’agilità fuori dal comune, vince subito il torneo e dà inizio ad una ‘’catena di vittorie’’ che attira l’interesse dei circoli romani che gli chiedono di ‘’partecipare alle competizioni a squadre’’. Tonino viene tesserato per il Circolo Tennis Eur, all’epoca molto rinomato, dove inizia la terza categoria, poi la seconda, e si ritrova ‘’in nazionale dopo tre mesi’’.

 

‘’In quel momento il professionismo era ancora molto lontano, giocavamo diversi anni solo per la coppa’’ racconta Tonino, che continuava a lavorare durante i tornei. Il tennis che conosciamo oggi inizia a farsi strada a partire dal ‘73 quando vengono inseriti i premi nei tornei ed iniziano ‘’i tornei Open a livello internazionale’’. Dal punto di vista economico ‘’non è un rammarico’’, dice Tonino, ‘’ma forse sarebbe stato meglio se fossi nato venti anni dopo’’.  Tuttavia, Zugarelli non guarda al passato con rancore, ma con gratitudine, in quanto ‘’il tennis mi ha dato il rispetto per le persone. Da una persona che non era niente, oggi sono una persona che fa parte della storia di questo sport. Questo mi riempie di soddisfazione e mi dimostra che tutte le fatiche e delusioni non sono state vanificate. È stato ripagato tutto il sacrificio’’.

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‘’I famosi momenti dove fai qualcosa di importante ti permettono di entrare nella storia di questo sport. Io sono stato fortunato perchè ci sono stati due, tre eventi dove sono entrato di diritto nella storia e sono ricordato per quello’’. Tra i momenti più importanti della sua carriera, si ricordano la sua partecipazione alla finale di Coppa Davis del 1976, che rappresenta uno dei traguardi più alti per un tennista italiano. Insieme a compagni di squadra come Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci, Zugarelli, ha contribuito a scrivere una delle pagine più gloriose della storia del tennis italiano. ‘’Io ho avuto fortuna perchè quei risultati li ho fatti in momenti che hanno segnato la storia, mentre ci sono moltissimi giocatori italiani che sono stati anche più bravi di me, ma nessuno li ricorda’’. 

 

La storia di Tonino Zugarelli è quella di un uomo che, partendo dal basso, ha saputo ritagliarsi uno spazio nel mondo del tennis internazionale. Il suo percorso è la dimostrazione che il talento può emergere anche quando le risorse sono scarse e che la dedizione può aprire porte inaspettate. Per molti giovani tennisti, la figura di Zugarelli rappresenta un’ispirazione: la prova che il sogno di eccellere in uno sport, anche complesso come il tennis, non è precluso a chi nasce in contesti difficili. Ai ragazzi che aspirano ad una carriera del tennis Tonino consiglia di ‘’lavorare duro e di sacrificare adesso per poi essere ripagati in futuro. I ragazzi devono rendersi conto che è una strada molto dura da intraprendere e purtroppo di tutti i ragazzi che cominciano, solo in pochi arriveranno’’.

 

La sua carriera, seppur non sempre lineare, rimane un esempio di passione e determinazione. Tonino Zugarelli ha dimostrato che le vere sfide non si combattono solo sul campo da gioco, ma anche contro le difficoltà della vita, che possono trasformarsi, se affrontate con coraggio, in una forza propulsiva per grandi conquiste.