Hikikomori, chi sono e come aiutarli
di Riccardo Bonnanni, 2A
Hikikomori è un termine giapponese che significa “stare in disparte” e viene spesso utilizzato per descrivere una persona che decide di ritirarsi per lunghi periodi (da diversi mesi fino a diversi anni) nella sua abitazione. Il fenomeno ha inizio negli anni ’80 in Giappone, ma ultimamente si sta diffondendo in altre parti del mondo ed anche in Italia. Riguarda soprattutto giovani dai 14 ai 30 anni, che scelgono di interrompere i rapporti diretti con il mondo esterno, evitando la scuola, il lavoro e qualsiasi altra interazione sociale al di fuori della famiglia.
In Italia, soprattutto negli adolescenti, l’attenzione nei confronti di questa sindrome sta aumentando e spesso si associa a un disagio legato a diverse cause, come il bullismo, le pressioni sociali e le alte aspettative da parte degli adulti. E sotto accusa è anche l'eccessivo uso di internet, che sfiora la dipendenza. In generale la percezione di un giovane hikikomori è quella di non riuscire a rispondere a tutte le richieste del mondo esterno così che il/la ragazzo/a sia costretto/a a rinchiudersi in se stesso/a. Si genera così una crescente difficoltà e una demotivazione nel confrontarsi con gli altri e col mondo esterno.
Oggi si è dunque perfettamente consapevoli di questa problematica, e si stanno cercando dei rimedi per evitare determinate situazioni sociali, con l'aiuto di medici e famigliari. Grazie a Marco Crepaldi, psicologo e divulgatore scientifico, è nata l’“associazione nazionale Hikikomori Italia” che fornisce suggerimenti ed informazioni ai giovani “in disparte”.