Il malessere dietro la rabbia
Perché viene prediletta questa irruente manifestazione del tormento interiore?
di Flavia Bile, 3I
Cosa ci porta a provare un'emozione così ardua e disagevole come la rabbia? Spesso ci si trova a provare questo sentimento invadente senza un apparente o sufficiente motivo. Si finisce per avere sbotti d’ira incontrollata per aver frantumato un bicchiere o per aver smarrito il cellulare, talvolta sfogando questa frustrazione sul prossimo. Per quanto questi eventi siano spiacevoli, è fondamentale tenere a mente che la nostra collera non è sempre collegata a tali situazioni. E, dunque, cosa si cela realmente dietro la rabbia?
Soprattutto per chi ci sta intorno, tali sfoghi potrebbero essere fonte di disorientamento, apprensione e sofferenza, talvolta portando ad un allontanamento o addirittura un abbandono. Ed è così che si entra inconsapevolmente in un circolo vizioso. Chi è soggetto ad un temperamento facilmente irritabile ha molto spesso un vissuto difficoltoso caratterizzato da rifiuti, abbandoni o lutti che inevitabilmente portano un individuo a mettersi in dubbio e a coltivare un’ineluttabile insicurezza. Infatti, dietro all’aggressività si nascondono forti sentimenti di insoddisfazione, imbarazzo, paura e in generale, di incessabile sofferenza.
Potrebbe risultare complicato comprendere perché questo dolore non si manifesti con gli abiti propri, ma decida piuttosto di travestirsi, assumendo sembianze molto più ripugnanti. Sarebbe di gran lunga più facile comprendere e accettare un pianto affranto rispetto a grida iraconde. Verrebbe spontaneo consolare e confortare l’altra persona, provando empatia nei suoi confronti. Al contrario, quando ci si trova di fronte al furore altrui, sia pure di un nostro caro, l’istinto ci porta, piuttosto, a salvaguardare la nostra persona e di conseguenza ad allontanarci. Quindi perché viene prediletta questa irruente manifestazione del tormento interiore?
La sofferenza è inesorabilmente associata alla debolezza. È comprensibile che non sia piacevole mostrarsi deboli poiché è penalizzante e sconveniente, ma soprattutto non è facile. In quanto esseri umani, cerchiamo costantemente di bruciare tappe, di trovare la scorciatoia e di adattarci alle nostre condizioni spiacevoli.
Studi scientifici dimostrano che gli uomini tendono ad essere più iracondi rispetto alle donne e questo aspetto è sicuramente giustificabile da un punto di vista medico, ma non solo. Varie ricerche hanno rivelato che una maggiore violenza può essere attribuita al testosterone, che è un ormone molto più presente nell’uomo. Ma non si può trascurare che è la nostra società ad averci instillato il luogo comune di un uomo chiamato ad incarnare una figura stoica e autorevole, che non lascia spazio alle abituali emozioni umane simbolo di “vulnerabilità”.
Per concludere, è essenziale tenere a mente che il sentimento dell’ira non ha necessariamente una connotazione negativa, ma è come un campanello d’allarme celato. Dietro di essa si nascondono emozioni soffocate, irrisolte e inespresse che fanno della rabbia l’unico tramite per rivelarsi.