“Salviamo Tik Tok”

Il neoeletto presidente Trump da primo accusatore diventa convinto difensore di Tik Tok.

di Francesco Italo Giovinazzi, 4N

È dal 2019 che si parla della minaccia di TikTok per la sicurezza nazionale, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, ma è proprio in America che il dibattito è stato più acceso, sia col governo repubblicano che quello democratico. Nel 2020 era stato l'allora presidente Donald Trump che aveva posto il primo aut aut al social: o essere venduto a una  società americana o chiudere. Oggi invece, a poche ore dal ban scattato il 19 gennaio di quest’ anno, lo stesso Trump si erge a difensore e salvatore di Tik Tok. Dovremmo essergli grati o dovremmo insospettirci per questo voltafaccia?

Verso la fine del primo mandato del presidente Trump era  cresciuta l'ostilità verso la Ci- na, un paese colpito da un’epidemia che aveva faticato a  controllare, e che si era poi  drammaticamente diffusa nel mondo. Per Trump diventa  un’occasione per  parlare di   nazionalismo e di una maggiore protezione nei confronti della Cina, partendo dall’app sulla quale i giovani si rifugiavano in un periodo di instabilità. L'accusa era che l’applicazione fosse usata come  strumento di spionaggio, che i contenuti critici sulla politica interna cinese fossero censurati, che venissero diffuse false informazioni, ma soprat-tutto che dati sensibili della popolazione americana finissero nelle mani del governo cinese. Nell’ultimo mese, invece, Trump sembra aver cambiato posizione, concedendo a TikTok altri 75 giorni per trovare un acquirente. Trump ha dichiarato : “Vorrei che gli Stati Uniti avessero una partecipazione del 50% in una joint venture. Facendo questo, salviamo TikTok, lo teniamo in buone mani e gli permettiamo di restare attivo. Ci si può chiedere cosa ci sia dietro a questo cambio di strategia? Le spiegazioni possono essere diverse. Forse il presidente si è reso conto che, come su X, anche su TikTok può stabilire un contatto diretto con il pubblico, pubblicizzando i suoi  punti di vista e le sue conquiste politiche.  C'è da considerare poi che i dati, oltre ad essere possibilmente sensibili, sono soprattutto la nuova valuta nel nostro mondo iper-digitalizzato. È perciò di massima importanza, sia per la Cina che per gli Stati Uniti, raccoglierne quanti più possibile e averne il monopolio, per favorire l’economia nazionale e per acquistare maggiore influenza  economico-politica a livello  internazionale. C'è poi da evidenziare che con la chiusura di Tik Tok si perderebbero posti di lavoro, con una inevitabile crisi. Quali che siano i motivi, la situazione resta incerta, ma l'incontro in questi giorni tra il CEO di Tik Tok e il presidente Trump sembra indicare che è in atto una trattativa. Non ci resta che aspettare per vedere i futuri sviluppi.

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