Due chiacchiere con Ivano De Matteo

Il regista di "Mia" si racconta a VOCE!

di Flavia Paladini, 3G

Durante la settimana di cogestione abbiamo fatto qualche domanda a Ivano De Matteo, il regista del film “Mia”.

Ciao Ivano e grazie per averci concesso questa intervista. Dicci, cosa ti ha spinto ad affrontare il tema della violenza sulle donne?

È un tema che mi tocca molto, perché prima di essere un regista sono un padre, e la stessa cosa vale per la mia compagna che è la sceneggiatrice del film quindi diciamo che lo abbiamo fatto fondamentalmente per esorcizzare le nostre paure di genitori.

Cosa vorresti rimanesse impresso agli spettatori dopo aver visto il film?

Il titolo. Il titolo inteso come "Mia". Trovo importante che non venga inteso come un aggettivo possessivo ma come un nome proprio di persona, perché Mia è sua: è importante capire che bisogna appar- tenere a noi stessi, non ad altri. Mia rappresenta un po’ tutte le ragazze che non ce la fanno a raccontare questi disagi e che, purtroppo, possono arrivare anche a gesti estremi come è successo a Mia.

Qual è stata la scena più difficile da girare?

Emotivamente parlando la scena più difficile è stata probabilmente la scena dove Marco porta Mia a casa e lei perde la verginità, una scena intima e delicata da realiz- zare in quanto genitore e da regista complicata da raccontare. Tecnicamente, invece, girare il suicidio, o il tentato suicidio di Mia è stato impegnativo, perché lei scavalcava la finestra ed era appesa davvero al terzo piano di un palazzo con un cordino d'acciaio che la teneva. Inoltre quella scena è stata girata alle 4 del pomeriggio del 24 dicembre del 2022, quindi non abbiamo festeggiato la Vigilia di Natale, eravamo sul set, c'era chi nasceva e chi moriva insomma.
 
Perché la scelta di un finale aperto?

Perchè non sono presuntuoso. Io non so come finisce, non so come finirà la mia vita, potrei morire domani, come posso sapere cosa potrebbe fare Sergio, Marco o Mia? Non lo so e lascio un po' che sia lo spettatore a dare la sua interpretazione. 
 
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di utilizzare la pellicola?

È emozionante, hai una sola possibilità e non puoi sprecarla. Devi sfruttare le tue capacità al meglio e sperare che venga esattamente come vuoi. 

Che consiglio daresti ai ragazzi che vogliono intraprendere la tua stessa carriera?

Di amare il loro lavoro, a prescindere di quale esso sia, fornaio, spazzino o regista. Il rispetto per il nostro lavoro è farlo con amore, per noi stessi e mai per gli altri. Sembra una frase fatta, ma è così. Se cominci a fare una cosa con amore gli altri se ne accorgono. Io per i soldi non riuscirei a farlo, ma non giudico chi lo fa. Io non giudico neanche i miei film. 
 
Infine volevamo chiedere se ci fosse qualcosa che ti ha spinto a scegliere Riccardo Mandolini e Greta Gasbarri per interpretare Marco e Mia, i due protagonisti.

Per quanto riguarda Riccardo lo avevo conosciuto in una scuola dove faccio un master di una settimana, era un mio allievo, diciamo. Fisicamente mi andava bene, però aveva quei folti ricci che alla fine gli ho fatto rasare per incattivirlo un po'. Sono stato contento del personaggio che mi ha regalato, e più lo criticano perché è cattivo, più significa che ha interpretato bene il personag- gio. Per quanto riguarda Greta,  erano rimaste due ragazze in finale dei casting, ma quattro o cinque giorni prima della scelta delle ragazze ho incontrato Greta, amica di mia figlia, che era a casa nostra , mi è piaciuta e le ho fatto fare il provino. È stata strepitosa e ho deciso di farla esordire e sono davvero felice perché mi ha regalato una grande Mia. 


Ringraziamo Ivano De Matteo per averci dato l’opportunità di intervistarlo. Non perdetevi il suo  prossimo film “Una Figlia” che sarà nelle sale questa primavera!

Ivano De Matteo - IMDb