La guerra moderna
Come ogni cosa, la guerra ha quindi seguito l'evoluzione dell'uomo, disegnando quadri sempre più drastici e disastrosi
di Nicole Raccah, 4R
“Non so come sarà la terza guerra mondiale ma la quarta sarà combattuta con pietre e bastoni.” Queste erano le parole di Albert Einstein negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, non è difficile rendersi conto che il mondo vive in una situazione di tensione; le guerre sembrano non finire mai e i conflitti sembrano sempre più oscillare sul filo del rasoio. Le nuove armi fanno paura, prima tra tutte la bomba atomica, ma forse non ci si rende conto che ci sono delle innovazioni probabilmente meno spaventose, ma che inaspriscono a tal punto i conflitti da renderli sempre più presenti nella nostra quotidianità.
Ingenti evoluzioni tecnologiche e scoperte di diverso tipo hanno influito in quasi tutti i campi ed inevitabilmente lo stesso è accaduto per la guerra.
I social sono uno dei primi grandi cambiamenti; il problema delle fake news e della disinformazione è ormai un tema comune che affligge il mondo e soprattutto le generazioni più giovani. Queste piattaforme permettono la diffusione di contenuti non verificati da parte di chiunque e gli utenti spesso tendono a prendere per vero tutto ciò che leggono, senza controllare le notizie e formandosi così un’opinione condizionata, non del tutto individuale, filtrata e falsata. Cioè avviene anche, e soprattutto, durante i conflitti: notizie false o imprecise circolano con una rapidità disarmante creando disinformazione generale. La diffamazione diventa così sempre più semplice da attuare ed è una nuova arma spesso scelta per indebolire direttamente o indirettamente la figura nemica. Il poter leggere notizie in ogni momento e con la massima rapidità è ciò che porta le persone a non controllarne l'attendibilità o a non paragonarle con notizie di altre fonti, contribuendo alla diffusione di quest’arma.
La tecnologia ha anche portato alla "cyberwar". Questo tipo di conflitto è senza limiti e soprattutto senza confini. Gli attacchi informatici possono partire da qualunque luogo e arrivare dovunque si voglia, andando così a ridefinire le strategie e gli obiettivi di anni fa. Questi "proiettili virtuali" hanno la capacità di mandare in cortocircuito un’intera Nazione e "non esiste una cartografia di luoghi dove [...] è stata conficcata una piccola bandiera che segnala la presa di possesso di un territorio" (Eastwest, n. 103, La Cyberwar, p. 16). È sempre più evidente ed incredibile come "gli ordigni informatici abbiano sostituito i colpi di cannone a lunga gittata, i missili, le bombe sganciate dal cielo". (Eastwest, n. 103, La Cyberwar, p. 16).
È importante considerare anche un altro elemento che ha riscosso grande interesse nel mondo bellico: l'intelligenza artificiale. Dall'intercettazione di missili alla logistica, dai droni (aerei e subacquei) alla decontaminazione di luoghi in cui sono avvenuti incidenti chimici o nucleari, le funzionalità dell’AI sembrano infinite, ma si presentano anche problemi di tipo etico, politico e legale. Innanzitutto, creare un’artiglieria capace di entrare nei sistemi di controllo dei mezzi militari avversari si rivela essere un’arma a doppio taglio, poiché espone la Nazione stessa al medesimo tipo di attacco. Sorgono inoltre problematiche di tipo umano: in caso di incidenti chi è responsabile? È una scelta saggia affidare a qualcosa di "non vivo" la possibilità (se non il compito) di uccidere?
Altro problema sempre più dirompente ed estremamente moderno è quello dell'inquinamento. Ci si è mai chiesti quanto inquina una guerra? Che impatto ha sull'ambiente? I conflitti armati sono letali per le vite umane, ma anche per il nostro pianeta. Intere zone vengono distrutte o contaminate da sostanze tossiche, portando a fenomeni di siccità e deforestazione, i palazzi e le strutture distrutte dalle bombe rilasciano in aria pulviscoli di materiali da costruzione che contaminano ciò che noi respiriamo e questi sono solo alcuni esempi.
Come ogni cosa la guerra ha quindi seguito l'evoluzione dell'uomo, disegnando quadri sempre più drastici e disastrosi. L'odio è tanto forte da portare un uomo ad ucciderne un altro, spesso per convinzioni ma spesso anche per sopravvivenza. I conflitti mettono ognuno in situazioni terribili e davanti a scelte che non vorrebbe mai compiere. Nonostante il progresso la guerra continua ad esistere e probabilmente continuerà ad evolversi in modo sempre più spaventoso, ma senza mai scomparire.