Intervista a Matteo Moramarco

La scorsa settimana abbiamo fatto qualche domanda a Matteo Moramarco del V C, uno dei due rappresentanti di istituto dell’Azzarita dell’anno 2024/25. Potete trovare la video-intervista completa sul nostro instagram girata con l’aiuto di Leonardo Terranova del IV A e dell’attrezzatura del progetto cinema della scuola. 

di Diego Scalambretti, 5C

Cosa fa un rappresentante di istituto?
“Il rappresentante d’istituto fa da tramite tra gli alunni, il preside e tutti i professori. Come dice la parola stessa, rappresenta ogni alunno della scuola.”

Perché e quando hai deciso di candidarti?
“E’ stata una scelta fatta l’anno scorso dopo la cogestione: vedendo le nuove amicizie che si sono create durante quel periodo ho deciso di provare a diventare rappresentante per rendere l’Azzarita più di una scuola, per renderlo una grande comunità dove tutti si possano sentire parte di essa. La lista di cui faccio parte è nata ad agosto, quando, riunendomi con degli amici di scuola, abbiamo deciso di provare a candidarci per migliorare la comunità scolastica dell’Azzarita.”

Conoscevi già Matteo Millo (IV E), il secondo ragazzo più votato candidato a rappresentante di istituto?
“Lo conoscevo di nome, ci avevo parlato qualche volta, ma non ci avevo mai stretto un legame intimo. Avendo adesso lo stesso ruolo ci conosceremo piano piano sempre di più.”

Sai quanti studenti frequentano l’Azzarita?
“1200 all’incirca”

Esatto, per l’esattezza 1246 studenti! Sei in ansia a dover rappresentare così tante persone?
“Ansia non ne ho. So che 1200 ragazzi è un gran numero di persone per una scuola, ma mi sento pronto ad affrontare questo ruolo.

Ti piace l’Azzarita? Cosa cambieresti e qual è il tuo obiettivo?
“Lo dico sempre a tutti: l’Azzarita è la scuola migliore che potessi scegliere. Ho due fratelli più piccoli che stanno per finire le medie e li ho già convinti a venire a studiare qui. Dato il gran numero di persone,  voglio puntare a ricreare una grande comunità scolastica che sia una vera e propria famiglia dove tutti, da chi è appena arrivato e frequenta il primo a chi è in quinto e sta per terminare gli studi, possa sentirsi incluso. Dico ricreare perché questo sentimento era già presente all’Azzarita, ma negli ultimi anni si è perso a causa del Covid, soprattutto per noi quinti che abbiamo vissuto i primi anni, ossia i più importanti per la familiarizzazione con l’ambiente e con le persone, in DaD.”

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