Tecnologia e giovani: un rapporto reciproco
di Andrea Franco, Liceo Mameli
I vantaggi offerti dallo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni sono qualcosa a cui ormai ognuno di noi è abituato: infatti, noi nati tra i 10 e i 25 anni, veniamo definiti “generazione Z. Non possiamo, in effetti, negare che la vita di qualsiasi giovane sia stata per una cosa o per l’altra influenzata dalle agevolazioni tecnologiche. Computer, smartphone, televisori e iPad sono sempre più importanti nella vita quotidiana di tutti noi: per questo, in qualche modo, devono pur condizionare il nostro vivere.
L’utilizzo di dispositivi elettronici è aumentato in maniera esponenziale dagli albori dei primi CPU fino ai giorni d’oggi. Lo sviluppo ha preso una piega tale che chiunque di noi oggigiorno potrebbe procurarsi un cellulare molto più performante del computer più eccezionale che poteva possedere il Pentagono fino a 70 anni fa; ciò che ha reso possibile una crescita tanto significativa sono state dunque la disponibilità dei dispositivi e la loro diffusione di massa. Oggi questi possono essere utilizzati quasi per qualsiasi azione si voglia fare, anche senza accorgersene (tu stesso lettore ne stai utilizzando uno per leggere questo articolo). Secondo l’ANSA (Agenzia Nazionale di Stampa Associata) nel 2020 il numero di smartphone in Italia risulta essere addirittura superiore a quello degli abitanti (80 mln) ed ogni giorno circa l’84% della popolazione è attiva sul web, di questi più del 60% sono giovani con età inferiore ai 24 anni.
La tecnologia, infatti, sta avendo sempre più successo nell’assistenza all’essere umano e molto negli ambienti scolastici. Alcuni fra voi ricorderanno l’utilizzo del registro cartaceo, un’epoca ormai finita nel cassetto delle leggende scolastiche. Gli stessi colloqui e riunioni vengono spesso tenuti online, oltre alle lezioni in DAD di pochi anni fa; per non parlare, poi, dei libri digitali: sfido chiunque a negare di aver usato un ebook-reader o di aver letto un libro in formato kindle o pdf.
L’Hi-Tech, così viene chiamata, è sempre più importante per noi. La “Gen Z” non ha conosciuto mondo senza di esso; la sua esistenza in qualche modo dipende dalla tecnologia e questa dipende da lei. A rifletterci, si tratta di un rapporto reciproco di sfruttamento, tra i due, però, siamo noi a dover prestare attenzione. Le macchine obbediscono sì, ma non sbagliano; gli uomini comandano e questa responsabilità può farli cadere in errore (in relazione a questo vi invito a leggere l’articolo sull’AI di Luca Gragnoli).