La grande scommessa
Le luci e le ombre del bitcoin dal 2009 a oggi.
di Matteo Bruno Mesolella
Il problema principale con la valuta convenzionale è tutta la fiducia necessaria affinché funzioni." -Satoshi Nakamoto (creatore di bitcoin).
Il Bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento valutario internazionale creato nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un'idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. (Wikipedia).
Immaginiamo di trovarci nel 2010, oltre ai pantaloni larghi, all’inaugurazione del Burj Khalifa a Dubai, l’expo 2010 a Shanghai, una nuova moda: il bitcoin. Le pizzerie a domicilio iniziano ad accettarlo come pagamento e le persone, che si sentono a disagio a pagare con carta, spaventate dalle truffe che fanno notizia, iniziano a comprare questa valuta “criptata”.
Le potenzialità del Bitcoin (si faccia attenzione alla lettera maiuscola che sta ad indicare, a differenza di “bitcoin”, la stessa tecnologia che vi è dietro la valuta digitale) si trovano proprio nelle sue promesse: pagamenti in tutta sicurezza, impossibili da rintracciare, criptati da decine numeri e lettere apparentemente inseriti a caso. Per i più paranoici è sicuramente un sogno, ma figuriamoci per i criminali!
"Bitcoin è uno schema Ponzi, non ha valore reale e non risolverà i problemi economici." - Così si esprime il Nobel per l’economia Paul Krugman, e non è il solo. “Il Bitcoin è un asset altamente speculativo che ha portato a comportamenti illeciti e rischi."- così dichiara Christine Lagarde, presidentessa della banca centrale europea.
È innegabile che dal 2009 ad oggi, oltre agli investitori speculativi, a giovare del bitcoin siano stati anche i criminali digitali. Purtroppo, Omnia habent sua vitia. Ma allora perché esiste ancora? Perché, se è davvero così pericoloso, nessun governo lo rende illegale? Lo stesso candidato alla presidenza USA Donald Trump ha confessato, presentando il suo programma politico, di tenere una scorta di bitcoin all’interno della FED (Federal Reserve System, la banca centrale degli Stati Uniti, una delle più potenti e influenti al mondo), come scorta preventiva alla recessione, ruolo che negli ultimi 200 anni ha ricoperto(o superato in valore?) l’oro. Il Regno Unito ha implementato le scorte di oro come strumento anti recessione a partire dal 1821, dal momento che si tratta di una materia prima particolarmente rara, il suo valore non potrà mai scendere a 0, in questo senso l’oro rappresenta un tipo di investimento sicuro che può aiutare le nazioni che si trovano in una recessione economica (periodo delineato dall’eccessiva perdita di valore della moneta nazionale); il bitcoin, d’altro canto, è una valuta digitale priva di qualsiasi materiale fisico e rappresenta un investimento di tipo “speculativo”, in quanto il valore delle criptovalute è estremamente “volatile”. Nonostante tutti i rischi legati alle criptovalute, il bitcoin rimane uno degli investimenti più “in voga” da oramai quattro anni. Nell'aprile del 2021, dopo la pandemia, centinaia di milioni di persone si sono avvicinate ulteriormente agli schermi e all’informatica, bitcoin raggiunge il prezzo di 64000$. Per contestualizzare questa enorme cifra, in modo che appaia ancora più grande di quanto già non sia, bisogna tenere a mente che nel 2009 1$ equivaleva a 1307 bitcoin, questo vuol dire che comprare 1$ di bitcoin nel 2009 per rivendere quello stesso dollaro 12 anni dopo avrebbe portato a un guadagno di 83.648.000$ circa (fonte: Forbes.it). La crescita del bitcoin è stata graduale, in 3 anni dalla sua pubblicazione si era già arrivati ad un prezzo di 1000$ per unità, nel 2018 si erano toccati gli 8000$ per unità, dal 2018 al 2021 è risultato un aumento di valore per 800%. Cosa fa salire il prezzo di bitcoin?
L’economia si basa su domanda e offerta, maggiore è la domanda e maggiore sarà l’offerta. La domanda sale quando il numero di persone disposte a comprare è maggiore del numero di persone disposto a vendere, ciò avviene quando gli investitori comprano bitcoin nella speranza di guadagnare.
Il caso più recente alla stesura di questo articolo risale proprio a settembre 2024, Donald Trump annuncia di voler avere una scorta di bitcoin all’interno della FED, questo implica che il governo americano, nell’eventualità in cui Trump vinca le elezioni, spenderà milioni (se non miliardi) di dollari per comprare la criptovaluta numero uno dell’anonimato. È facile capire che un simile acquisto porterà alla valuta un valore aggiunto, per non parlare di tutti i sostenitori del politico repubblicano americano, che per dare sostegno a quest’ultimo hanno donato per la prima volta nella storia…in bitcoin! Trump è stato il primo politico a concedere questa possibilità, trovando un riscontro estremamente positivo, dal momento che solo per mezzo delle donazioni in bitcoin è riuscito ad accumulare oltre 4 milioni di dollari.
Dopo aver esplorato le sfaccettature della criptovaluta più famosa del web, resta da chiedersi, quindi è buono o cattivo? Non si può rispondere senza tener conto delle opinioni delle più grandi menti degli economisti del nostro secolo che si esprimono in modo discordante tra di loro, ad esempio, Bill Gates e Warren Buffett si sono dichiarati contrari all’introduzione della criptovaluta, mentre Elon Musk ne è un fiero sostenitore.