Festa del cinema 2023

di Ludovica Giannini, Francesca Lucaroni, Liceo Mameli

Anche quest’anno il liceo Mameli ha offerto la possibilità agli studenti di partecipare alla Festa del Cinema di Roma, che si è tenuta dal 18 al 29 ottobre. Si tratta di un festival cinematografico internazionale nato nel 2006 che si tiene all’Auditorium Parco della Musica, nelle sale dei grandi “scarabei” progettate da Renzo Piano.

Ad affiancare la Fondazione Cinema per Roma e a curare gli eventi rivolti alle giovani generazioni c’è “Alice nella città” che è stata la prima sezione della Festa del Cinema di Roma dal 2006 al 2011, per poi divenire dal 2012 una manifestazione culturale autonoma e parallela alla medesima Festa. Dietro a questa manifestazione c’è il lavoro di tantissimi professionisti e noi abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Ilaria Giannelli che si occupa del dialogo con i ragazzi nelle scuole. Infatti, al termine della Festa del Cinema, l’organizzazione inizia la sua attività all’interno degli istituti, impegnandosi in progetti che hanno come obiettivo l’educazione al linguaggio audiovisivo. Dunque, il centro dell’attenzione di “Alice nella città” sono i ragazzi che formano anche la giuria dei film proiettati e costituiscono il terreno più fertile su cui lavorare, non solo perché pilastri dell’avvenire, ma perché protagonisti di un periodo della vita dove si può dare spazio alla fantasia e reinventarsi ogni giorno, dove tutto è novità e scoperta e ogni cosa ancora da scrivere. Proprio perché l’adolescenza è l’età più confusionaria e un’esplosione di emozioni è così difficile riassumerla in tutta la sua complessità e potenza sullo schermo, senza banalizzarla o renderla artificiosa. Il confine tra infanzia e adolescenza e tra adolescenza ed età adulta è piuttosto labile, cosa che rende ancora più arduo il compito di realizzare film in cui i ragazzi si possano rispecchiare.

“Cerchiamo di camminarvi a fianco, anche se è molto difficile, è un’esperienza soggettiva e non bisogna fare di tutta l’erba un fascio; tuttavia, le dinamiche dell’adolescenza a grandi linee sono più o meno simili per ognuno di noi, tutti abbiamo passato quel momento in cui ci si affaccia ad un mondo estraneo, con pulsioni ed emozioni nuove, cercando di imparare a gestire una destabilizzante emotività. Quello che cerchiamo di fare è di non metterci in cattedra e di sostituirci a voi” ci ha spiegato Ilaria, a cui abbiamo chiesto di raccontarci le difficoltà di rendere con realismo il mondo dell’adolescenza nei film pensati per la nostra fascia d’età. Criterio fondamentale su cui si basa la selezione dei film candidati sono le modalità con cui vengono veicolati i messaggi e trattati questi temi che fanno parte della nostra vita e che tutti abbiamo o stiamo per sperimentare.

“Se dovesse dire perché ama tanto il suo lavoro, cosa risponderebbe?” abbiamo chiesto ad Ilaria. “In questo periodo dell’anno vi risponderei: perché sono una pazza! Scherzi a parte, è bello perché non è mai uguale e abbiamo la possibilità di entrare in contatto con voi, che siete faticosi, sì, ma anche tanto pieni di ricchezza. E forse è lo stesso motivo per cui uno sceglie di fare l’insegnate”.

Quest’anno per le quattro sezioni del primo anno di liceo è stato scelto il film “One life” di James Hawes in cui viene raccontata la vera storia di Nicholas Winton (Anthony Hopkins), un agente di borsa britannico, figlio di genitori ebrei tedeschi che salvò centinaia di bambini dallo sterminio nazista. Per le classi terze è stato scelto il lungometraggio serbo “Excursion” di Una Gunjak, in cui “l'apparentemente piccola bugia di un'adolescente la trascina in una tempesta di aspettative, condanne e dogmi sociali”.

Questa la breve sinossi del film: “A Sarajevo, una adolescente che vuole adattarsi ai suoi compagni afferma durante un gioco di “obbligo e verità” di aver fatto sesso per la prima volta. Intrappolata nella propria bugia, inventa una gravidanza e diventa il centro di una controversia che va fuori controllo”. Il tema portato alla luce è quella dell’accettazione e della finzione che talvolta si adotta per raggiungerla. Il contesto serbo è fondamentale per la storia, infatti la società conservatrice e soffocante che viene analizzata è causa in questo caso di un’educazione sessuale “fai da te”, che comporta incomprensioni, confusione e incertezza.

   

Questo e tanti altri sono i film che hanno debuttato alla Festa del Cinema, tra cui il lungometraggio “Io e il Secco”, di Gianluca Santoni e Michela Straniero, i quali hanno assistito i ragazzi del Mameli che quest’anno hanno vinto il progetto “Archivio del futuro”.