La dispersione scolastica è la risposta dei giovani ai problemi del sistema?
di Leon Damiano
La dispersione scolastica è un fenomeno complesso che descrive la situazione di studenti che lasciano la scuola prima di completare la propria formazione, sia essa l'obbligo scolastico, sia un livello di istruzione superiore. Si tratta di un problema che affligge molti paesi, Italia compresa, e che ha diverse origini e cause.
Differenti sono i motivi che portano i giovani ad abbandonare il percorso formativo: fattori sociali, economici, personali e scolastici. La situazione di partenza, come il reddito familiare e il livello di istruzione dei genitori, influisce in modo significativo sulla scelta di proseguire gli studi. Il legame con la scuola gioca un ruolo importante: un ambiente scolastico poco stimolante, la difficoltà di relazione con insegnanti o con i compagni o ancora la mancanza di un supporto adeguato possono indurre ad un precoce abbandono scolastico. Anche il carattere e le propensioni individuali, come la motivazione, l'orientamento verso le esperienze pratiche o la presenza di problemi personali rappresentano un motivo per i giovani di oggi ad arrendersi. In Italia nel 2020 la quota di Elet (Early Leavers from Education and Training) è stimata del 13.1%, pari a 543 mila giovani, in leggero calo in confronto all’anno precedente, ma comunque rimane tra le più alte dell’Ue (audizione ISTAT 2021).
Le conseguenze di questo preoccupante fenomeno possono essere pericolose sia per gli studenti che per la società. Per i ragazzi significa trovarsi in una situazione instabile, con poche opportunità di accesso al mercato del lavoro. Confrontando la condizione occupazionale dei giovani ELET con i coetanei che hanno concluso i percorsi di istruzione e formazione dopo aver raggiunto il titolo secondario superiore, si osserva che oltre la metà di questi ultimi (53,6%) è occupato già dopo pochi anni dall'uscita dai percorsi formativi istituzionali, contro appena un terzo degli ELET (35,4%) (audizione ISTAT 2021). E’importante sottolineare che la decisione di abbandonare la scuola è influenzata da molti fattori che limitano le possibilità di crescita personale, rendendo difficile la partecipazione attiva alla vita sociale e all'esercizio dei propri diritti. Per la società, la dispersione scolastica rappresenta una perdita sulla produttività collettiva. Per affrontare il problema dell'abbandono scolastico, è necessario intervenire su più fronti, fornendo agli studenti supporto ed opportunità per il futuro.
Detto ciò, gli studenti vedono l'abbandono come una risposta alla sopraffazione e al carico di lavoro, sentendosi senza speranza o senza altre opzioni. La scuola, dunque, potrebbe provare a “trattenere” gli studenti fino alla fine del ciclo degli studi attraverso un approccio variegato e tenendo conto delle diverse esigenze, ad esempio, proponendo corsi più stimolanti e attività laboratoriali di apprendimento, come i progetti artistici e sportivi e incrementando le attività extracurricolari, aiutando così gli studenti a identificare i loro interessi. Le scuole dovrebbero avvalersi di programmi d’avanguardia che mirino ad identificare per tempo i ragazzi a rischio di abbandono e fornire loro il supporto necessario per trovare nuovi stimoli, coinvolgendo le famiglie negli aspetti della vita scolastica con lo scopo di creare un senso di responsabilità condivisa.
In sintesi, l'obiettivo è creare un ambiente educativo che offra agli studenti le risorse e le opportunità di cui hanno bisogno per crescere ed imparare. Solo così si può costruire un futuro più inclusivo, dove ogni giovane possa avere la possibilità di realizzarsi e contribuire alla società.